mercoledì 15 luglio 2009

Il curriculum europeo, luci ed ombre sul suo utilizzo

Nei corsi di orientamento mi è stato più volte chiesto se sia meglio inviare il curriculum vitae tradizionale o quello in formato europeo, il c.d. EUROPASS (per le istruzioni di compilazione si rimanda ai siti ufficiali http://europass.cedefop.eu.int ed http://www.europass-italia.it).

Nella mia esperienza l’Europass, pur dando il vantaggio di fornire uno standard condiviso in tutta Europa, rischia spesso di essere poco flessibile e schematico.

Per tale motivo, i professionisti del settore, che spesso si trovano a dover esaminare centinaia di curricula in poco tempo, non lo trovano di facile lettura.
Solitamente, infatti, si consiglia ai candidati di non presentare curriculum con più di 2 pagine (massimo 3, per esperienze lavorative pluriennali). In alcuni casi, le stesse aziende richiedono di condensare in un’unica pagina il percorso formativo e professionale.

In quest’ottica, la difficoltà maggiore si presenta per coloro che hanno maturato una lunga esperienza di studi e/o lavorativa. Le persone con queste caratteristiche trovano, infatti, piuttosto difficile adattare il proprio excursus allo standard europeo.

Altra anomalia è data dal fatto che non è stato fornito un elenco standard, condiviso ed univoco, delle così dette capacità e competenze sociali, organizzative e tecniche (come accade invece per le conoscenze linguistiche). Tale mancanza rende confusa ed ambigua la descrizione del proprio profilo.

Come ultima considerazione, posso dire che l'analisi della forma e della modalità di redazione del curriculum rappresentano i primi indizi di valutazione del candidato. In altre parole, la lettura del cv permette ai professionisti di formulare una prima ipotesi, da verificare in sede di colloquio, non solo sulle competenze professionali, ma anche sulle caratteristiche personali.

L’Europass, essendo strutturato secondo regole e modalità predefinite, non permette di esprimere a pieno la propria personalità, che invece è più facilmente "intellegibile" nel curriculum redatto secondo i criteri tradizionali.

In base a tali considerazioni, il consiglio è di predisporre entrambi i formati, utilizzando l’Europass dove esplicitamente richiesto e/o per candidature europee. Per il resto è preferibile procedete con l’invio del curriculum e della lettera di presentazione redatti secondo i criteri tradizionali.

Per concludere, ricordo che è fondamentale adattare il curriculum e la lettera di presentazione all’utilizzo da fare ed agli obiettivi da raggiungere.

Athena

visita il sito www.linkatwork.it

venerdì 10 luglio 2009

Il primo colloquio (dal sito www.linkatwork.it)

Non è mai facile iniziare… la certezza di aver fatto sempre il proprio dovere, di aver superato al meglio tutte le prove ed i mille discorsi, provati e riprovati nella stanza il giorno prima dell’incontro, potrebbero non bastare a prevenire quella sensazione di inadeguatezza che si prova poco prima di iniziare!
Non credo ci siano approcci migliori o peggiori per affrontare il colloquio. Il segreto sta nel non perdersi mai d’animo, soprattutto se si è alle prime armi; con il tempo, l’esperienza aiuta ad affinare il proprio stile e la pratica rende sicuri.
Ci sono, tuttavia, una serie di consigli che possono essere d'aiuto, soprattutto per chi è all'inizio della carriera professionale. Ecco qualche suggerimento per affrontare situazioni di questo tipo.


…"Mi parli di lei"
Classicamente il colloquio comincia con una domanda tipo: “mi parli di lei”; di solito non sono fornite altre indicazioni o schemi da seguire. Un inizio di questo genere potrebbe disorientare: "cosa vorrà mai sapere il nostro intervistatore?". Presentarsi in poco tempo, fornendo i tratti salienti delle proprie capacità ed esperienze è sempre difficile.
Per evitare di farvi cogliere alla sprovvista, preparate prima il vostro colloquio!
Tracciate uno schema, un “canovaccio” sintetico ed efficace su cui impostare la vostra presentazione. Potete cominciare presentando il percorso di studi e, chi ne ha, proseguire con le esperienze lavorative. In entrambi i casi, è importate riepilogare le competenze, le attitudini e le abilità possedute.
Non dimenticate mai di evidenziare quelle esperienze lavorative che, in qualche modo, possano evidenziare l'intraprendenza, la determinazione ed i punti di forza della vostra persona.
Qualora invece non abbiate ancora avuto occasione di misurarvi con il mondo del lavoro, è importante presentare al meglio il percorso di studi e le motivazioni che hanno influito sulle vostre scelte.
Che abbiate esperienza oppure no, è importante mettere in luce le aspirazioni, le attitudini e le capacità che ritenete di avere per perseguire i vostri obiettivi professionali.
Non esagerate nelle modalità di presentazione. Non siate mai né modesti né supponenti, ma onesti e sinceri e, soprattutto, oggettivi e concreti.
Potrebbe tornare utile qualche esempio a supporto delle vostre affermazioni: se ritenete di essere adatti al lavoro di squadra, ad esempio, raccontate un episodio o una situazione in cui avete avuto modo di mostrare questa capacità. Le vostre affermazioni saranno più credibili!


Siate sintetici ed efficaci nella presentazione
Ricordate che è importante esporre in modo sintetico, chiaro ed efficace le esperienze maturate: chi ascolta ha poco tempo a disposizione per formulare un giudizio su di voi e sarà attento a tutti i particolari. Non distraetelo con informazioni poco rilevanti, andate dritti al sodo e catturate la sua attenzione su ciò che ritenete sia importante per convincerlo che VOI, proprio VOI, siete il candidato perfetto.

Interessi che parlano di voi
Può essere d’aiuto citare gli sport o gli hobby che praticate per confermare o far riferimento alle vostre abilità e capacità.
Durante il mio primo colloquio, ad esempio, il selezionatore volle sapere se praticassi qualche sport. Inizialmente pensai che questo tipo d’informazione fosse totalmente estranea alle competenze lavorative. Ho dovuto, però, ricredermi quando mi chiarì in che modo lo sport (al tempo praticavo atletica leggera) contribuisse a sviluppare capacità rilevanti anche sotto l'aspetto professionale (ad esempio la determinazione e l’orientamento agli obiettivi).
A distanza di anni e dopo tanti colloqui tenuti in qualità di responsabile della selezione, ho capito che il mio primo “carnefice” aveva davvero ragione: sport ed hobby sono spesso un indizio molto importante per comprendere il profilo del candidato!

Raccogliete informazioni sull'azienda o sull'organizzazione a cui sottoponete la candidatura
Altro elemento di primaria importanza è la conoscenza dell’organizzazione che vi sta per selezionare. Cercate di ottenete quante più informazioni sul vostro potenziale datore di lavoro. Guardare il sito istituzionale su Internet è sicuramente un grande aiuto ed un ottimo punto di partenza. Quando possibile, non perdete l’occasione di ottenere ulteriori indicazioni da parenti, amici o conoscenti. Questo tipo d’indagine sarà d’aiuto per adeguare al meglio il modo di presentarvi.
Se, ad esempio, dovete affrontare un colloquio con una società di consulenza, è importante mettere in risalto le capacità relazionali e di spirito di squadra, la disponibilità a viaggiare e così via. In questo caso, come in altri, non mancate di curare anche il vostro abbigliamento e comportamento.
Sempre nell'esempio delle società di consulenza, elementi di questo genere non sono marginali, ma essenziali nel contatto e nella gestione del cliente!

Un’ultima raccomandazione

Alcuni selezionatori credono che, per testarne al meglio i tratti caratteriali, sia necessario porre il candidato in "zona stress". Nel caso dovesse capitare anche a voi un rappresentante di questa scuola di pensiero, non fatevi intimidire dal suo atteggiamento poco accomodante. Mostrate sicurezza e sangue freddo: il vostro interlocutore sta semplicemente mettendo alla prova le vostre reazioni!

A questo punto siete pronti per cominciare... In bocca al lupo!

Athena